venerdì 21 dicembre 2007

TOCQUEVILLE


Questa è la spiegazione, più analitica, di quanto affermato nel post precedente: è il motivo della perenne, sorda incazzatura nei confronti della nazione in cui abito e della quale sono cittadino.
Tocqueville dice che nei regimi dittatoriali o assolutisti il dispotismo colpisce grossolanamente il corpo. Lo incatena, lo sevizia, lo sopprime con gli arresti e le torture, le prigioni e le inquisizioni. Il corpo è decapitato, impiccato, fucilato, lapidato. E così facendo ignora l'anima che, intatta, può levarsi sulle carni martoriate e trasformare la vittima in eroe! Nei regimi inertemente democratici, al contrario, il dispotismo ignora il corpo e si accanisce sull'anima; perchè è l'anima che vuole incatenare, seviziare, sopprimere. Alla vittima non dice: " O la pensi come me o muori". Dice: "Scegli. Sei libero di non pensare o di pensarla come me. E se la penserai in modo diverso da me, io non ti punirò con gli autodafè, il tuo corpo io non lo toccherò, i tuoi beni non li confischerò, i tuoi diritti politici non li lederò. Potrai addirittura votare. MA NON POTRAI ESSERE VOTATO perchè io sosterrò che sei un essere impuro, un pazzo o un delinquente. Ti condannerò alla MORTE CIVILE, ti renderò un fuorilegge e la gente non ti ascolterà. Anzi per non essere a loro volta puniti coloro che la pensano come te ti abbandoneranno."
Poi aggiunge Tocqueville che in questo tipo di regimi tutto si può dire fuorchè la verità, tutto si può esprimere fuorchè il pensiero che denuncia la verità. Perchè LA VERITA' METTE CON LE SPALLE AL MURO, FA PAURA. I più cedono alla paura e, per paura, intorno al pensiero che denuncia la verità tracciano un cerchio invalicabile. Un'invisibile ma insormontabile barriera all'interno della quale si può soltanto tacere o unirsi al coro. Se lo scrittore scavalca quel cerchio, supera quella barriera, il castigo scatta alla velocità della luce. Peggio: a farla scattare sono proprio quelli che la pensano in segreto come lui ma che per pudenza si guardano bene dal contestare chi lo anatemizza e lo scomunica. Infatti per un po' tergiversano, danno un colpo al cerchio ed uno alla botte. Poi tacciono e terrorizzati dal dal rischio che anche quell'ambiguità comporta, si allontanano in punta di piedi e abbandonano il reo alla sua sorte. In sostanza, quel che fanno gli apostoli quando abbandonano Cristo arrestato per volontà del Sinedrio e lo lasciano solo anche dopo la carognata di Caifa cioè durante la Via Crucis.
Il pensiero non è mio ed è riportato nel libro di O. Fallaci La forza della ragione. So per certo che l'ultima notizia mi alienerà la lettura di molti bloggers che, schifati, butteranno le braccia al cielo. Poco importa. Io la penso esattamente così-
BUON NATALE.

mercoledì 19 dicembre 2007

AUGURI

Ci siamo arrivati, anche quest'anno. Auguri a tutti, ovviamente anche e soprattutto ai pochi che leggeranno queste righe. Vi dico subito che il 2007 non mi è piaciuto! troppe esagerazioni, troppe violenze e soprattutto troppa malafede. E' per tale motivo che quindi voglio fare i miei più particolari auguri a 2 giornalisti che proprio non sopporto. Persone gonfie solo di arroganza e ideologia cieca e volgare prototipi di un'Italia gretta e intellettualmente vigliacca che spero non trovi troppo spazio sui blog. I giornalisti sono Piero Sansonetti e Emilio Fede: auguro a loro di continuare a scrivere sempre le loro opinioni che io non condivido affatto, che ci sia libertà vera d'espressione per tutti e non la continua e insopportabile aggressione intellettuale dei "politicamente corretti" verso il resto del mondo rozzo e imbecille.
Statevi bene.

sabato 15 dicembre 2007

L'ITALIA COME LA VEDE PRODI


I quotidiani nazionali hanno dato molto risalto all'inchiesta che il New York Times ha dedicato al nostro paese. Ne è venuta fuori, dall'inchiesta, una immagine impietosa e quasi distruttiva della nostra situazione: un popolo e una nazione arrivati ormai alla "frutta", come si suol dire. Il Censis però, una settimana fa, non diceva poi cose tanto diverse e le reazioni sono state meno veementi: forse che se una cosa viene scritta da un giornalista americano è obbligatoriamente una malefica stronzata e se, invece , proviene da una pagina della vecchia Europa ha l'imprimatur di verità e saggezza? Mah...

Comunque il giornalista autore dell'articolo, il corrispondente dall'Italia Charles Ian Fischer, a chi gli domandava conto dell'articolo e, soprattutto delle fonti usate, ha risposto: "Ho fatto il mio mestiere di reporter, ho incontrato centinaia di persone, impiegati, operai, industriali,commercianti, imprenditori, diplomatici, uomini politici. Tre settimane fa ho incontrato anche Prodi, ho fatto footing con lui; gli ho accennato a quello che stavo preparando e mi ha detto: "E' vero, credo sia proprio così, c'è un malessere molto diffuso in Italia, sono molto preoccupato soprattutto per le giovani generazioni che fanno sempre più fatica a trovare un lavoro, ad avere un'opportunità per il futuro..."

Così si è capito qual'è la fonte principale per descrivere il malessere italiano: il suo presidente del consiglio! Romano Prodi, l'uomo ridens. Ci avviciniamo a Natale, un bel regalo!!!

giovedì 13 dicembre 2007

LA FONTE D'OGNI MALE


Non mi piace il Berlusca, troppo rampante, troppo accentratore. Troppi soldi in giro ed eccessiva aria da salvatore della patria. Dire poi che uno che ha fatto la sua fortuna con le televisioni non abbia conflitti d'interesse con il mondo dei media è come affermare che Moana Pozzi era vergine. Però, insomma non è nemmeno possibile che di qualunque casino sia responsabile lui in Italia; per qualunque sciocchezza venga fuori il suo nome. Da quando è entrato in politica è un fuoco di fila perpetuo da parte della magistratura: vogliamo dire che è una coincidenza?? Adesso a Napoli è inquisito per raccomandazioni( avrebbe patrocinato l'assunzione in Rai di 4 ragazze parlandone con un dirigente, Saccà credo) e tentata corruzione nei confronti di alcuni parlamentari di centrosinistra, invitati con allettanti promesse, (soldi?carriera?)a passare dall'altra parte. Se le accuse sono SOLO QUESTE va in galera il 97% degli italiani tutti, magistrati compresi. Ma siamo seri, Napoli sta affogando sotto un oceano di malavita e la sua procura va appresso alle mediocrità di lusso di Berlusconi.

mercoledì 12 dicembre 2007

TIRRORE SULLE STRADE

A dire il vero avevo voglia di parlare d'altro, per provare almeno a disintossicarmi da questa vita che sta diventando una corsa verso il delirio e la pazzia. E' evidente che non cela faccio: stamattina ho assistito all'ennesimo assalto ai forni intesi come pompe di benzina. Una scena tra il farsesco e il tragico. Ma io credo che niente nasce dal niente, neanche il blocco degli autotrasportatori. Cosa voglio dire? Semplicemente queste cose:
1- Nessuno vuole lavorare a profitto zero
2- In qualsiasi libera attività si deve tener conto degli incassi ma sopratutto delle spese di gestione per fare gli incassi. Non ha senso incassare 100 e spendere 95 o più.
3- Chi lavora coi Tir si trova per l'appunto in tale situazione ed è anche in buona compagnia con altri settori lavorativi. Non vorrei che l'esempio si propagasse!
4- Da ca. 15 anni siamo l'unico paese europeo che sposta tutte le merci all'82 per cento su gomma.
5- Gli autotrasportatori sono quelli che muovono questo paese, non puoi ignorarlo e fare il duro perchè se vogliono ti mettono in ginocchio!
6- Si doveva fare una politica dei trasporti diversa a tempo debito, ora è troppo tardi e troppo stupido attaccarsi alle questioni di principio.
7- Sperare in una comprensione di principi di solidarietà alta e nobile da parte degli scioperanti mi pare un'utopia tanto stupida quanto inutile.
8- Come si può pensare di precettare una categoria che lavora all'85 per cento come privato? Chi precetti? Come precetti?
Il post d'altro argomento per ora è rimandato, sepolto dai gas di scarico.

martedì 11 dicembre 2007

PICCOLE NOTIZIE

Ascolto un Tg: uno qualunque. Il capotreno di un convoglio, in Liguria, fà bloccare il treno per salvare e dare aiuto a una cagnetta finita sui binari. Quasi mi commuovo, finalmente un essere umano, una storia che mi riconcilia con i miei simili e con la vita. Le altre notizie scorrono via, io neanche le ascolto: penso al grosso capotreno coi baffi che blocca un treno e prende fra le braccia l'animale, che meraviglia! Quando mi riprendo siamo già alla pagina sportiva: protesta di una squadra turca nei confronti dell'Inter di Milano che ha osato presentarsi in campo con una divisa dove, su fondo bianco, era disegnata una croce rossa. Chiaro tentativo di colpire la sensibilità degli spettatori turchi e islamici che assistevano alla partita!(l'Inter giocava fuori casa) Il giornalista dice che l'UEFA certamente rifiuterà la richiesta della squadra turca che chiedeva il 2 a 0 a tavolino per condotta scorretta e offensiva!!
Spengo il televisore. Bentornato sulla terra Enzo.

TIRO ALLA FUNE


Senso di profonda impotenza e smarrimento, ecco la sensazione che provo in questi giorni. Sono morti alcuni operai a Torino, arsi vivi per un incendio scoppiato dentro un'acciaieria: forse non funzionavano gli estintori, forse il sistema d'allarme non era stato revisionato. Forse, forse. Forse dobbiamo darci una regolata, tutti, anche i sindacati, perchè i proprietari del vapore probabilmente dentro l'acciaieria non ci hanno messo mai piede, ma i sindacalisti ? Possibile che non sapevano? Ma dai, signori dobbiamo continuare a credere alle favole?

Adesso si deve aspettare l'esito della inchiesta e poi si vedrà quali e quante teste cadranno; riusciremo a vedere, non dico la fine, ma una diminuzione significativa di queste tragedie?

Ma il senso di cui parlavo prima non è legato solo al fattodi Torino, è più vasto e profondo: riguarda il vivere in questo paese, il guardare in faccia i vicini e sentirne i discorsi. Riguarda le opinioni di chi ci governa, adesso e prima, e anche le idee che corrono sui blog e il modo in cui s'addensano attorno ai fatti , le questioni basilari del nostro vivere civile. Siamo spaccati a metà su sicurezza territoriale, politica fiscale, atteggiamento verso la Chiesa cattolica, politica estera, sistema elettorale, politica verso gli extracomunitari, ordinamento dello Stato...preferisco non continuare perchè ho le vertigini. Un tiro alla fune perenne tra forze perfettamente bilanciate, un pareggio che non assegna nessuno scudetto. Impotenza questa è la nostra situazione; noi non siamo una nazione quindi non possiamo avere uno Stato che regoli la nostra convivenza su basi comuni perchè tali basi semplicemente non esistono! Ognuno, ogni gruppo ha le proprie (originali o importate) e se le tiene strette con facilità perchè il respiro delle nostre convinzioni è corto, asfittico, provinciale. Siamo figli di una storia che ci condanna a una parcellizzazione perenne. Così non andremo da nessuna parte.

lunedì 10 dicembre 2007

ARCIGAY ISLAMICA

Questo post è il seguito di quello precedente e vuole rendere noto quello che, chissà perchè, sui media e sulla granparte dei blog non passa mai. La scorsa settimana in una provincia dell'Afghanistan è stato impiccato un uomo di 30 anni colpevole di rapporti omosessuali (compiuti molti anni prima). La Chiesa Cattolica, pur con tutti i suoi difetti, mi pare abbia smesso da tempo di ardere in piazza esseri umani colpevoli di rapporti "contro natura". E qui adesso bisogna stare attenti, se passa il nuovo decreto legislativo definire un rapporto "contro natura" può costare caro, anche il carcere. Quai a parlare di argomenti in cui si fissa una differenza tra persone a causa di gusti sessuali diversi. Nei paesi arabi, dove il potere politico e quello religioso coincidono, il problema si risolve facilmente con un buon tratto di corda. GAY ITALIANI, pronto, ci siete ? Come mai questo silenzio? Morire impiccati è spesso causa di priapismo, lo sapete vero? Sarà questo ad eccitare i mullah? Mah...
Torniamo al piacevole rapporto dell'islam con la pena capitale: da noi proteste, correnti di pensiero, film, libri , trasmissioni radio televisive e tutti gli intellettuali in prima fila a stigmatizzare. Dall'altra parte del Mediterraneo si impiccano anche i dodicenni, se sono colpevoli di fare le spie per gli occidentali invasori.
Che ne dite?

LA PENA CAPITALE DEGLI ALTRI

Ahwaz, capitale del Kuzhestan, provincia iraniana al confine con l'Iraq: se qualcuno vuole inorridire vada sul sito www.al-ahwaz.com/english/main.php?file=main
e si goda una bella impiccaggione di 3 studenti rei di aver fatto propaganda contro gli ayatollah. La cosa più orrenda è che, fra i tre , c'era anche una donna, incinta! Il ministro degli esteri italiano come mai non convoca l'ambasciatore di questo nobile paese islamico? Le donne politically correct, quelle che popolano i blog alternativi, quelle che difendono la donna e i l suo universo, quelli che sono sempre dalla parte giusta perchè sono per la solidarietà e l'integrazione con la civiltà(?) islamica che ha tante cose da insegnarci, come mai non vanno davanti alle moschee italiane a far un po' di casino, oppure nei talk politici le donne di rifondazione, dei verdi, dei comunisti italiani perchè non cavano gli occhi al maschio arabo di turno?
Io sono contrario alla pena capitale, mi vanto d'esserlo, mi vanto di essere figlio d'una lunga tradizione d'amore e di pace, nata sotto il segno della croce; non posso accettare i 2 pesi e 2 misure adottate dalla "intellighenzia " culturale e politica italiana così ben espressa dall'attuale governo.

ARSI VIVI

Io non ho ancora capito come si muore oggi in una acciaieria; capisco che per qualcuno il quesito sembrerà banale o strumentale ma credo che proprio la dinamica del fatto sia importante. E' necessario capire, essere certi del modo in cui avviene una morte in fabbrica per evitarla in avvenire. Non ho trovato da nessuna parte notizie in tal senso: condoglianze, buoni propositi, strumentalizzazioni varie, enunciazioni di principio,dichiarazioni del politico o del sindacalista di turno, di tutto ciò materiale in abbondanza. Sono ancora in attesa di un discorso serio.

domenica 9 dicembre 2007

MUCILLAGGINE

Una massa informe, questa è l'immagine dell'Italia alla fine del 2007; questo è il nostro punto di partenza! Per una volta i dati statistici sono verosimili. Purtroppo. Basta andare in giro e ascoltare o vedere: il Censis ha ragione, siamo una massa informe e discontinua di facce e di vite senza altra fede che quella in noi stessi e nel nostro particolare. 60 milioni di Italie non fanno una nazione e, del resto, non ce ne è fregato mai molto di questo concetto. Molto più facile e meno rischioso fare il tifo per la "squadra di casa". Una mucillagine questo siamo e da qui dobbiamo partire. Che ci piaccia o meno. A me non piace affatto.