Da sabato a domenica il disagio aumenta. Sabato tarda sera: concerto da Cagliari in memoria del più grande di tutti, Fabrizio De Andrè. Me lo sono goduto anche se non tutte le interpretazioni erano all'altezza del momento; e riflettevo (è uno dei pregi della grande musica) sulla mia adolescenza-giovinezza accompagnata da gente che artisticamente amavo e politicamente e ideologicamente invece non digerivo.
Domenica mattina: giornali e tv invasi dalla spazzatura campana. Immagini vere ma incredibili e numeri che fanno venire il vomito, dal 1997 al 2005 le voci di spesa per il "Commissariato dei rifiuti" assommano a più di 282 milioni di euro (Fonte Corte dei Conti).
Domenica pomeriggio: discussione animata in tv a proposito del'aumento di stipendio a deputati e senatori. Voci che si sovrappongono, zero conclusioni ma grande confusione, un risultato gemello, come sapore rimasto in bocca, a quello dei rifiuti a Napoli.
Tre cose, tre rabbie...tre evidenti impotenze. Un oceano di soldi e tempo sprecati.
lunedì 7 gennaio 2008
sabato 5 gennaio 2008
QUALCOSA DI PERSONALE
Rigirarsi inutilmente su se stessi da alcuni giorni nell'impossibilità di postare tutto quello che ti gira nella mente: a qualcuno di voi è mai capitato?
Vista l'attuale situazione sociale e politica mi sembra normale rinchiudersi, allontanarsi dal puzzo di spazzatura che aleggia ormai su zone sempre più estese delle nostre città. Ma non è una bella cosa! L'impegno, la solidarietà civile, la voglia di confrontarsi dove vanno a finire? Tutto giusto, tutto vero, ma la parte più profonda e più "organica" di me continua a rifiutarsi di partire, o meglio di ripartire.
Come se il senso d'inutilità si fosse appropriato subdolamente della mia mente: un blocco dei pensieri, non dell'immaginazione; sento il bisogno di RIFLETTERE e di ricominciare da capo, dalla mia storia e dalla mia cultura, scomoda o controcorrente che sia. E' in ogni caso la mia. E' l'unica cosa veramente mia, non devo scordarmi di me stesso.
Vista l'attuale situazione sociale e politica mi sembra normale rinchiudersi, allontanarsi dal puzzo di spazzatura che aleggia ormai su zone sempre più estese delle nostre città. Ma non è una bella cosa! L'impegno, la solidarietà civile, la voglia di confrontarsi dove vanno a finire? Tutto giusto, tutto vero, ma la parte più profonda e più "organica" di me continua a rifiutarsi di partire, o meglio di ripartire.
Come se il senso d'inutilità si fosse appropriato subdolamente della mia mente: un blocco dei pensieri, non dell'immaginazione; sento il bisogno di RIFLETTERE e di ricominciare da capo, dalla mia storia e dalla mia cultura, scomoda o controcorrente che sia. E' in ogni caso la mia. E' l'unica cosa veramente mia, non devo scordarmi di me stesso.
venerdì 21 dicembre 2007
TOCQUEVILLE
Questa è la spiegazione, più analitica, di quanto affermato nel post precedente: è il motivo della perenne, sorda incazzatura nei confronti della nazione in cui abito e della quale sono cittadino.
Tocqueville dice che nei regimi dittatoriali o assolutisti il dispotismo colpisce grossolanamente il corpo. Lo incatena, lo sevizia, lo sopprime con gli arresti e le torture, le prigioni e le inquisizioni. Il corpo è decapitato, impiccato, fucilato, lapidato. E così facendo ignora l'anima che, intatta, può levarsi sulle carni martoriate e trasformare la vittima in eroe! Nei regimi inertemente democratici, al contrario, il dispotismo ignora il corpo e si accanisce sull'anima; perchè è l'anima che vuole incatenare, seviziare, sopprimere. Alla vittima non dice: " O la pensi come me o muori". Dice: "Scegli. Sei libero di non pensare o di pensarla come me. E se la penserai in modo diverso da me, io non ti punirò con gli autodafè, il tuo corpo io non lo toccherò, i tuoi beni non li confischerò, i tuoi diritti politici non li lederò. Potrai addirittura votare. MA NON POTRAI ESSERE VOTATO perchè io sosterrò che sei un essere impuro, un pazzo o un delinquente. Ti condannerò alla MORTE CIVILE, ti renderò un fuorilegge e la gente non ti ascolterà. Anzi per non essere a loro volta puniti coloro che la pensano come te ti abbandoneranno."
Poi aggiunge Tocqueville che in questo tipo di regimi tutto si può dire fuorchè la verità, tutto si può esprimere fuorchè il pensiero che denuncia la verità. Perchè LA VERITA' METTE CON LE SPALLE AL MURO, FA PAURA. I più cedono alla paura e, per paura, intorno al pensiero che denuncia la verità tracciano un cerchio invalicabile. Un'invisibile ma insormontabile barriera all'interno della quale si può soltanto tacere o unirsi al coro. Se lo scrittore scavalca quel cerchio, supera quella barriera, il castigo scatta alla velocità della luce. Peggio: a farla scattare sono proprio quelli che la pensano in segreto come lui ma che per pudenza si guardano bene dal contestare chi lo anatemizza e lo scomunica. Infatti per un po' tergiversano, danno un colpo al cerchio ed uno alla botte. Poi tacciono e terrorizzati dal dal rischio che anche quell'ambiguità comporta, si allontanano in punta di piedi e abbandonano il reo alla sua sorte. In sostanza, quel che fanno gli apostoli quando abbandonano Cristo arrestato per volontà del Sinedrio e lo lasciano solo anche dopo la carognata di Caifa cioè durante la Via Crucis.
Il pensiero non è mio ed è riportato nel libro di O. Fallaci La forza della ragione. So per certo che l'ultima notizia mi alienerà la lettura di molti bloggers che, schifati, butteranno le braccia al cielo. Poco importa. Io la penso esattamente così-
BUON NATALE.
Tocqueville dice che nei regimi dittatoriali o assolutisti il dispotismo colpisce grossolanamente il corpo. Lo incatena, lo sevizia, lo sopprime con gli arresti e le torture, le prigioni e le inquisizioni. Il corpo è decapitato, impiccato, fucilato, lapidato. E così facendo ignora l'anima che, intatta, può levarsi sulle carni martoriate e trasformare la vittima in eroe! Nei regimi inertemente democratici, al contrario, il dispotismo ignora il corpo e si accanisce sull'anima; perchè è l'anima che vuole incatenare, seviziare, sopprimere. Alla vittima non dice: " O la pensi come me o muori". Dice: "Scegli. Sei libero di non pensare o di pensarla come me. E se la penserai in modo diverso da me, io non ti punirò con gli autodafè, il tuo corpo io non lo toccherò, i tuoi beni non li confischerò, i tuoi diritti politici non li lederò. Potrai addirittura votare. MA NON POTRAI ESSERE VOTATO perchè io sosterrò che sei un essere impuro, un pazzo o un delinquente. Ti condannerò alla MORTE CIVILE, ti renderò un fuorilegge e la gente non ti ascolterà. Anzi per non essere a loro volta puniti coloro che la pensano come te ti abbandoneranno."
Poi aggiunge Tocqueville che in questo tipo di regimi tutto si può dire fuorchè la verità, tutto si può esprimere fuorchè il pensiero che denuncia la verità. Perchè LA VERITA' METTE CON LE SPALLE AL MURO, FA PAURA. I più cedono alla paura e, per paura, intorno al pensiero che denuncia la verità tracciano un cerchio invalicabile. Un'invisibile ma insormontabile barriera all'interno della quale si può soltanto tacere o unirsi al coro. Se lo scrittore scavalca quel cerchio, supera quella barriera, il castigo scatta alla velocità della luce. Peggio: a farla scattare sono proprio quelli che la pensano in segreto come lui ma che per pudenza si guardano bene dal contestare chi lo anatemizza e lo scomunica. Infatti per un po' tergiversano, danno un colpo al cerchio ed uno alla botte. Poi tacciono e terrorizzati dal dal rischio che anche quell'ambiguità comporta, si allontanano in punta di piedi e abbandonano il reo alla sua sorte. In sostanza, quel che fanno gli apostoli quando abbandonano Cristo arrestato per volontà del Sinedrio e lo lasciano solo anche dopo la carognata di Caifa cioè durante la Via Crucis.
Il pensiero non è mio ed è riportato nel libro di O. Fallaci La forza della ragione. So per certo che l'ultima notizia mi alienerà la lettura di molti bloggers che, schifati, butteranno le braccia al cielo. Poco importa. Io la penso esattamente così-
BUON NATALE.
mercoledì 19 dicembre 2007
AUGURI
Ci siamo arrivati, anche quest'anno. Auguri a tutti, ovviamente anche e soprattutto ai pochi che leggeranno queste righe. Vi dico subito che il 2007 non mi è piaciuto! troppe esagerazioni, troppe violenze e soprattutto troppa malafede. E' per tale motivo che quindi voglio fare i miei più particolari auguri a 2 giornalisti che proprio non sopporto. Persone gonfie solo di arroganza e ideologia cieca e volgare prototipi di un'Italia gretta e intellettualmente vigliacca che spero non trovi troppo spazio sui blog. I giornalisti sono Piero Sansonetti e Emilio Fede: auguro a loro di continuare a scrivere sempre le loro opinioni che io non condivido affatto, che ci sia libertà vera d'espressione per tutti e non la continua e insopportabile aggressione intellettuale dei "politicamente corretti" verso il resto del mondo rozzo e imbecille.
Statevi bene.
Statevi bene.
sabato 15 dicembre 2007
L'ITALIA COME LA VEDE PRODI
I quotidiani nazionali hanno dato molto risalto all'inchiesta che il New York Times ha dedicato al nostro paese. Ne è venuta fuori, dall'inchiesta, una immagine impietosa e quasi distruttiva della nostra situazione: un popolo e una nazione arrivati ormai alla "frutta", come si suol dire. Il Censis però, una settimana fa, non diceva poi cose tanto diverse e le reazioni sono state meno veementi: forse che se una cosa viene scritta da un giornalista americano è obbligatoriamente una malefica stronzata e se, invece , proviene da una pagina della vecchia Europa ha l'imprimatur di verità e saggezza? Mah...
Comunque il giornalista autore dell'articolo, il corrispondente dall'Italia Charles Ian Fischer, a chi gli domandava conto dell'articolo e, soprattutto delle fonti usate, ha risposto: "Ho fatto il mio mestiere di reporter, ho incontrato centinaia di persone, impiegati, operai, industriali,commercianti, imprenditori, diplomatici, uomini politici. Tre settimane fa ho incontrato anche Prodi, ho fatto footing con lui; gli ho accennato a quello che stavo preparando e mi ha detto: "E' vero, credo sia proprio così, c'è un malessere molto diffuso in Italia, sono molto preoccupato soprattutto per le giovani generazioni che fanno sempre più fatica a trovare un lavoro, ad avere un'opportunità per il futuro..."
Così si è capito qual'è la fonte principale per descrivere il malessere italiano: il suo presidente del consiglio! Romano Prodi, l'uomo ridens. Ci avviciniamo a Natale, un bel regalo!!!
giovedì 13 dicembre 2007
LA FONTE D'OGNI MALE
Non mi piace il Berlusca, troppo rampante, troppo accentratore. Troppi soldi in giro ed eccessiva aria da salvatore della patria. Dire poi che uno che ha fatto la sua fortuna con le televisioni non abbia conflitti d'interesse con il mondo dei media è come affermare che Moana Pozzi era vergine. Però, insomma non è nemmeno possibile che di qualunque casino sia responsabile lui in Italia; per qualunque sciocchezza venga fuori il suo nome. Da quando è entrato in politica è un fuoco di fila perpetuo da parte della magistratura: vogliamo dire che è una coincidenza?? Adesso a Napoli è inquisito per raccomandazioni( avrebbe patrocinato l'assunzione in Rai di 4 ragazze parlandone con un dirigente, Saccà credo) e tentata corruzione nei confronti di alcuni parlamentari di centrosinistra, invitati con allettanti promesse, (soldi?carriera?)a passare dall'altra parte. Se le accuse sono SOLO QUESTE va in galera il 97% degli italiani tutti, magistrati compresi. Ma siamo seri, Napoli sta affogando sotto un oceano di malavita e la sua procura va appresso alle mediocrità di lusso di Berlusconi.
mercoledì 12 dicembre 2007
TIRRORE SULLE STRADE
A dire il vero avevo voglia di parlare d'altro, per provare almeno a disintossicarmi da questa vita che sta diventando una corsa verso il delirio e la pazzia. E' evidente che non cela faccio: stamattina ho assistito all'ennesimo assalto ai forni intesi come pompe di benzina. Una scena tra il farsesco e il tragico. Ma io credo che niente nasce dal niente, neanche il blocco degli autotrasportatori. Cosa voglio dire? Semplicemente queste cose:
1- Nessuno vuole lavorare a profitto zero
2- In qualsiasi libera attività si deve tener conto degli incassi ma sopratutto delle spese di gestione per fare gli incassi. Non ha senso incassare 100 e spendere 95 o più.
3- Chi lavora coi Tir si trova per l'appunto in tale situazione ed è anche in buona compagnia con altri settori lavorativi. Non vorrei che l'esempio si propagasse!
4- Da ca. 15 anni siamo l'unico paese europeo che sposta tutte le merci all'82 per cento su gomma.
5- Gli autotrasportatori sono quelli che muovono questo paese, non puoi ignorarlo e fare il duro perchè se vogliono ti mettono in ginocchio!
6- Si doveva fare una politica dei trasporti diversa a tempo debito, ora è troppo tardi e troppo stupido attaccarsi alle questioni di principio.
7- Sperare in una comprensione di principi di solidarietà alta e nobile da parte degli scioperanti mi pare un'utopia tanto stupida quanto inutile.
8- Come si può pensare di precettare una categoria che lavora all'85 per cento come privato? Chi precetti? Come precetti?
Il post d'altro argomento per ora è rimandato, sepolto dai gas di scarico.
1- Nessuno vuole lavorare a profitto zero
2- In qualsiasi libera attività si deve tener conto degli incassi ma sopratutto delle spese di gestione per fare gli incassi. Non ha senso incassare 100 e spendere 95 o più.
3- Chi lavora coi Tir si trova per l'appunto in tale situazione ed è anche in buona compagnia con altri settori lavorativi. Non vorrei che l'esempio si propagasse!
4- Da ca. 15 anni siamo l'unico paese europeo che sposta tutte le merci all'82 per cento su gomma.
5- Gli autotrasportatori sono quelli che muovono questo paese, non puoi ignorarlo e fare il duro perchè se vogliono ti mettono in ginocchio!
6- Si doveva fare una politica dei trasporti diversa a tempo debito, ora è troppo tardi e troppo stupido attaccarsi alle questioni di principio.
7- Sperare in una comprensione di principi di solidarietà alta e nobile da parte degli scioperanti mi pare un'utopia tanto stupida quanto inutile.
8- Come si può pensare di precettare una categoria che lavora all'85 per cento come privato? Chi precetti? Come precetti?
Il post d'altro argomento per ora è rimandato, sepolto dai gas di scarico.
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